Agricoltura biodinamica
“I dati documentano il cambiamento dei consumi alimentari a seguito della pandemia”, ha dichiarato Carlo Triarico, presidente dell’associazione di settore
Nel 2020 l’agricoltura biodinamica esibisce dati di export migliori rispetto a tutto il resto del comparto agricolo. Si tratta di un caso esemplare, da cui poter mutuare modelli di business adeguati a sostenere l’esportazione dei prodotti dell’eccellenza italiana, nel quadro della coltivazione biologica.
“Nel corso dell’anno passato la crescita del mercato estero per i prodotti biodinamici italiani è stata del 14% e di quello interno del 9%, – spiega Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica – tali dati documentano il cambiamento dei consumi alimentari a seguito della pandemia e sono un esempio utile per adottare una strategia di sviluppo dell’agricoltura del paese verso produzioni di pregio e mercati più remunerativi”.
Nel 2020 l’agricoltura biodinamica italiana ha rafforzato la sua penetrazione nelle piazze estere. La quasi totalità della produzione ha raggiunto mercati di pregio come Germania e Centro Europa, Paesi Scandinavi, Regno Unito, Stati Uniti e Giappone. “L’export risulta un fattore trainante per il settore biodinamico, in particolare se il suo tasso di crescita viene paragonato a quello del comparto primario. L’esperienza delle aziende che sposano questo metodo, può raccontare qualcosa al sistema-paese in agricoltura”, continua Triarico.
Secondo l’ultima indagine sulla biodinamica pubblicata sul Bioreport 2018, il fatturato medio per ettaro di un’azienda certificata biodinamica risulta essere di 13.309 euro, di gran lunga superiore sia alla produzione lorda vendibile di un’azienda biologica sia a quella di un’azienda convenzionale. In questo senso, assume valore paradigmatico la storia di realtà biodinamiche che in ogni parte d’Italia hanno deciso di puntare esclusivamente sull’export, come Fattoria La Vialla, una delle più grandi aziende biologiche d’Europa, con i suoi 1.500 ettari di superficie in Toscana e prodotti venduti solamente in Germania. Scelta netta anche per il Consorzio Bif, che riunisce decine di aziende biodinamiche da Nord a Sud e commercia il 100% nei mercati del Centro e Nord Europa.
“Puntare alle produzioni di pregio che interessano i mercati più ricchi può essere determinante per il Paese, che è già il maggior esportatore al mondo di prodotti biologici, dopo gli Stati Uniti”, osserva Triarico. “Per questo il trend biodinamico meriterebbe di essere esplorato per facilitare i processi di miglioramento continuo delle performance economiche dell’agricoltura italiana, coerentemente con la vocazione di alta qualità del comparto agricolo nazionale.In questo senso, l’Italia può sfruttare una posizione di vantaggio alla partenza, grazie al carattere di qualità della sua agricoltura e dalla leadership in bioagricoltura”.
Fonte: La Repubblica