Trefoloni e Associati

competence center bi-rex
competence center bi-rex
A investire, oltre al Mise, sono state 45 aziende che, complessivamente, contano 300mila addetti per un fatturato aggregato di cento miliardi di euro. “Siamo al centro dell’ecosistema dell’innovazione in Italia – spiega Stefano Cattorini, direttore generale di Bi-Rex -, perché siamo in grado di far comunicare pubblico e privato e di mettere a sistema le risorse di cui disponiamo, trasferendo competenze e tecnologie dell’impresa 4.0”
La loro missione è favorire l’innovazione tecnologica nelle imprese italiane, farle dialogare per condividere le competenze e supportare quei processi di digitalizzazione e robotizzazione a cui la pandemia ha impresso una forte accelerata. Sono i Competence center, otto in tutta Italia, e rappresentano un sostegno per le grandi industrie e per le piccole e medie imprese. Nati nel 2018 per iniziativa dell’allora ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda, sono consorzi pubblico-privati a cui si aggiunge il sapere delle Università. Ognuno di questi è specializzato in un ramo dell’industria 4.0: dai Big Data all’additive manufacturing, dalla cyber security alla blockchain. Fino ad abbracciare la robotica e l’Internet of things. A Bologna, all’interno dell’Opificio Golinelli, si trova Bi-Rex, il Competence center dedicato ai Big Data. A investirci, oltre al Mise, sono state 45 aziende del territorio che, complessivamente, contano 300mila addetti per un fatturato aggregato di cento miliardi di euro. Che possono contare sul contributo di dodici enti tra cui cinque atenei: Bologna, Parma, Ferrara, Modena-Reggio e l’Università Cattolica di Milano. “Siamo al centro dell’ecosistema dell’innovazione in Italia – spiega Stefano Cattorini, direttore generale di Bi-Rex -, perché siamo in grado di far comunicare pubblico e privato e di mettere a sistema le risorse di cui disponiamo, trasferendo competenze e tecnologie dell’impresa 4.0”. I principali punti di forza al servizio delle aziende sono due: la Linea pilota e la formazione. Il vero fiore all’occhiello, cuore pulsante del progetto, è proprio la smart factory, composta da macchinari tradizionali supportati dalla tecnologia dell’industria 4.0. Inaugurata il 27 ottobre, tra i compiti della Linea pilota c’è quello di mettere a disposizione degli imprenditori un sistema produttivo completo ed integrato per sviluppare nuove idee e progetti innovativi. Un meccanismo flessibile, libero da vincoli aziendali e aperto alla sperimentazione. E così, per soddisfare studiosi, capitani d’industria e piccole e medie imprese, ecco che settori d’avanguardia come la robotica collaborativa e la tecnologia 5G dialogano con un centro di lavoro cinque assi a controllo numerico, forni per trattamenti termici, fusione laser SLM e stampanti per materiali polimerici. Chi si serve delle competenze di Bi-Rex, inoltre, può usufruire di un’area magazzino. Per quanto riguarda lo scambio di conoscenze con il mondo dell’industria, Bi-Rex ha organizzato a partire da maggio webinar dedicati, ad esempio, a robot collaborativi, Green Deal, Big Data e accesso ai finanziamenti europei rivolti alla digitalizzazione. Sugli stessi temi, in continuità con i webinar, sono previsti anche dei corsi di formazione. “Abbiamo messo a punto un catalogo di servizi mirati – prosegue Cattorini – che ci consentirà di assistere le aziende su più fronti: dalla formazione ai progetti di open innovation, dall’orientamento alla consulenza”. Il piano governativo dei Competence center e il sostegno pubblico fissato hanno durata triennale. Per questo il team del presidente di Bi-Rex Domenico Bambi, dopo aver posto le fondamenta, sta aumentando una già lunga serie di attività per porsi come soggetto autonomo e indipendente e divenire uno dei principali punti di riferimento a livello nazionale e internazionale per i player coinvolti nei processi di digitalizzazione e innovazione. Il modello da seguire sono i centri di sviluppo tedeschi, che abbracciano più settori produttivi. Se l’emergenza Coronavirus ha incrementato il bisogno di sviluppo tecnologico, il primo passo resta quello di farsi conoscere e far capire cosa avviene all’interno di Bi-Rex. Operazione non semplice nell’affollata galassia delle pmi, che da sola rappresenta il 95 per cento del tessuto produttivo del Paese. Ma lo scambio di informazioni, competenze e risorse, l’utilizzo di nuovi macchinari e tutto quello che un laboratorio extra large come Bi-Rex può partorire, possono diventare la chiave per superare un momento difficile come la pandemia. La Linea pilota è pronta a produrne più copie.
Fonte: la Repubblica
Search