Dal Fondo complementare nuove risorse per l’agricoltura bio in Italia. Festeggiano le associazioni di settore
Ben 300 milioni di euro in 5 anni destinati alle produzioni del biologico. Sono le risorse messe a disposizione dal Fondo complementare al Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, per l’agricoltura bio in Italia. Un traguardo salutato molto positivamente dalle associazioni di settore, che nelle scorse settimane avevano proposto e sollecitato questo risultato.
Il 30 giugno sono stati approvati in via definitiva dalla Camera gli emendamenti al decreto legge n.59 del 6 maggio 2021, che istituisce il Fondo complementare: uno stanziamento di 30 miliardi di euro che si aggiunge alla dotazione europea. Le modifiche al decreto legge apportate in sede di conversione, definiscono che 1,2 miliardi di euro siano riservati ai contratti di filiera e distrettuali per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo. Di questo plafond di risorse, il 25%, ovvero 300 milioni di euro, distribuiti in un arco temporale di 5 anni, è destinato esclusivamente alle produzioni biologiche.
Aiab, AssoBio, Associazione Biodinamica e FederBio, nelle scorse settimane avevano scritto al presidente del Consiglio, Mario Draghi, al ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, e ai capigruppo di Camera e Senato proprio per sottolineare l’importanza d’inserire nel Pnrr misure a favore del biologico, un modello produttivo che, come hanno spiegato in una nota, “è in grado di favorire la transizione ecologica del sistema agricolo e alimentare del nostro Paese, in coerenza con le politiche europee del Green Deal”. In particolare hanno evidenziato l’importanza che hanno le filiere del made in Italy bio e dei distratti biologici, a partire dalle aree interne e naturali protette del Paese.
“Siamo molto soddisfatti di questo risultato che riconosce il nostro impegno nel sostenere che la transizione verso l’agroecologia, con investimenti finalizzati alla crescita del bio, sia un asset fondamentale da inserire nel Pnrr – commentano le associazioni coinvolte -. Le risorse stanziate possono contribuire a rendere ancora più incisivo lo sviluppo di un settore strategico come il biologico, che rappresenta non solo un approccio efficace nel contrasto al cambiamento climatico e nella tutela della biodiversità, ma un’opportunità concreta di sviluppo per tanti territori rurali del nostro Paese, capace di creare occupazione in particolare per giovani e donne, in piena coerenza con le priorità indicate nel Pnrr”.
Altre richieste che le associazioni del settore stanno portando avanti sono interventi per una maggiore digitalizzazione e una fiscalità finalizzata ad agevolare le attività, i prodotti e i servizi che hanno un impatto positivo sull’ambiente, oltre a più interventi in ricerca e sviluppo.
Fonte: La Repubblica