La ripartenza italiana nell’era post Covid passerà anche dalla valorizzazione del patrimonio rappresentato dal nostro territorio, digitalizzando i borghi storici ed elaborando politiche e soluzioni abitative innovative. Sono queste, in estrema sintesi, le idee per costruire l’Italia del futuro avanzate dai relatori e dagli ospiti intervenuti al Real Collegio nell’ambito di LuBeC, l’incontro internazionale organizzato l’8 e il 9 ottobre da Fondazione Promo PA. Le proposte di LuBeC, acronimo di Lucca Beni Culturali, sono già state inviate ai ministeri dell’Istruzione, della Salute, dei Beni e attività culturali, oltre che ai presidenti delle Regioni e delle Commissioni competenti di Camera e Senato, affinché possano essere recepite nei programmi di sviluppo. In particolare, sarà fondamentale creare un tavolo interministeriale per il welfare culturale, digitalizzare i borghi storici per trasformarli in ‘neoluoghi’ nell’ambito dei fondi Next Generation EU che destinerà il 20% cento delle risorse alla transizione digitale, formulare percorsi didattici intorno a beni e opere d’arte pubblici.
“Durante la pandemia – sottolinea Gaetano Scognamiglio, presidente della Fondazione Promo PA – si è capito che alcuni lavori possono essere svolti anche da remoto e, probabilmente, una parte di essi continuerà. Questa situazione comporta che alcuni luoghi considerati al massimo per andare in vacanza, oggi assumono un’altra percezione diventando ‘neoluoghi’. In queste località, secondo un’analisi svolta da Stefano Boeri, si svilupperà quindi una nuova forma di residenzialità”. Il ricorso sempre più frequente allo smartworking e le nuove esigenze abitative paiono condurre verso un nuovo modello di sviluppo urbano, che potrebbe arginare lo spopolamento dei piccoli comuni. Si costituiranno ‘città di servizi’, poste al centro di un distretto di borghi minori in cui la gente risiede. “Si pensi che l’Emilia Romagna ha pubblicato un bando da 10 milioni di euro per acquistare casa in montagna – aggiunge il presidente Scognamiglio – dando a ciascun beneficiario un contributo da 30 mila euro. Hanno aderito 2.300 persone, a fronte di 230 risposte positive. Dobbiamo superare però due grossi ostacoli perché questi neoluoghi possano diventare nuove residenze: potenziare le infrastrutture digitali e il servizio di trasporto pubblico”.
Secondo un recente sondaggio di AirBnb, due occupati su tre del terziario stanno pianificando di lavorare da remoto per un certo lasso di tempo nel corso dell’anno, magari con vista mare (39 per cento), affittando la prima casa in città (35 per cento), valutando che la bellezza del luogo di lavoro possa migliorarne la qualità (41 per cento). Tra le città, Brindisi è candidata a diventare capitale dello smartworking con l’iniziativa ‘Sea Working. Vinci un ufficio al mare’; Santa Fiora pagherà metà dell’affitto a chi sceglierà di lavorare o aprire un’attività nel comune grossetano di 2mila abitanti. Dal Chianti al Mugello, dai Castelli Romani alla Brianza, la domanda nel settore immobiliare testimonia la fuga dalle città, mentre il comune di Vergemoli, in provincia di Lucca, ha lanciato il progetto ‘case a 1 euro’, per frenare lo spopolamento.
Fonte: Quotidiano.net