Parla l’ad Mercati, il capo del gruppo presente in 16 paesi, con 1500 dipendenti e un fatturato di 228 milioni di euro, con un sistema integrale e verticalizzato che copre la filiera che va dalla agricoltura biologica alla distribuzione farmaceutica

 

 

Mercati il segreto semplice di Aboca

Il coronavirus richiama la livella di Totò: chi più chi meno, chi in un modo o chi in un altro, tutti ne sono stati toccati. “Per noi il Covid ha messo in evidenza due concetti determinanti che rappresentano le basi di Aboca”, sottolinea Massimo Mercati, ad del gruppo fondato nel 1978 e presente oggi in 16 Paesi, con 1500 dipendenti e un fatturato di 228 milioni di euro che ha realizzato un sistema integrale e verticalizzato unico al mondo, coprendo tutta la filiera, dall’agricoltura biologica alla distribuzione farmaceutica, nell’ambito dei complessi molecolari naturali. “Il primo è l’interconnessione tra tutte le forme del vivente e il fatto che l’uomo non può essere padrone della natura, ma ne fa parte; l’altro elemento è il legame indissolubile tra bene individuale e bene comune”. Aboca è una società benefit, “riconoscendo così anche a livello statutario la vocazione aziendale, in cui si fondono attività imprenditoriale e la ricerca del bene comune: non si può accettare che ognuno continui a pensare solo al suo, senza preoccuparsi degli altri, perché non funziona così. Adesso che il virus ci ha fermato, dobbiamo uscire da questa situazione con una diversa progettualità e se non lo facciamo adesso, quando? “

Domanda. Come si conciliano le caratteristiche etiche della società benefit, di cui andate fieri, con gli obiettivi più commerciali?
Risposta. Proprio nel momento in cui ci poniamo il problema dell’impatto globale sulla società e sull’ambiente, mettiamo le basi per creare un rapporto di fiducia con gli utenti-consumatori. Sembra incredibile come sia così difficile far comprendere un concetto estremamente semplice: si può avere un’economia predatoria, che pensa sempre ad approfittarsi e massimizzare il profitto nel breve, oppure un’economia che si concentra su un’azione bella e buona e che é anche produttiva. In Italia tutto questo era stato teorizzato da Antonio Genovesi e Giacinto Dragonetti, che avevano parlato di Economia civile: e Aboca oggi lo  dimostra con i fatti. Questo ci ha portato nel 2019 a 38 milioni di ebitda e 228 milioni di fatturato. Ma ci vuole il coraggio di farlo: la nostra visione è che in futuro, cambiando i driver dei valori per le persone, ci sarà sempre meno bisogno di consumare masse ingenti di beni e sempre più selezione nelle scelte che faremo.

fonte: Milano Finanza