L’immersività è sia uno strumento per amplificare e modulare l’impatto del messaggio culturale che il patrimonio materiale e immateriale trasmettono sia una vera a propria espressione artistica
Ha preso il via a Lubec il primo summit sull’immersività in ambito culturale con tre panel distinti e un’esposizione al Real Collegio di Lucca che ospita l’evento. L’immersività si caratterizza per un uso sperimentale di tecnologie all’avanguardia come strumento artistico per creare ambienti immersivi ed esperienze multisensoriali. L’immersività è sia uno strumento per amplificare e modulare l’impatto del messaggio culturale che il patrimonio materiale e immateriale trasmettono sia una vera a propria espressione artistica con un linguaggio autonomo, una propria estetica e un gruppo di grandi interpreti. In questo 2021 di grandi trasformazioni comprendere le opportunità legate a questo tipo di tecnologie e conoscerne linguaggio e strumenti rappresenta uno snodo fondamentale per gettare fondamenta solide per un futuro, per il lavoro dei giovani, per la competitività, per raggiungere pubblici sempre più ampi e costruire comunità più coese. Nell’intervento di apertura del Summit, Gaetano Scognamiglio, presidente di Promo PA Fondazione, ha ricordato come “i rapporti tra beni culturali, tecnologia e innovazione siano in continua evoluzione: in questi anni si sono evoluti e si sono consolidati anche perché sono nate, tanto nel privato quanto nel pubblico, nuove e importanti professioni in questo ambito”. Questo primo summit (e i prossimi che saranno ospitati sempre a Lubec), ha spiegato Scognamiglio, “nella nostra ambizione dovrà essere sempre più punto di riferimento per chi si occupa di questo materia affascinante che è l’immersività: musei, tecnologie, autori”. Per il presidente di Promo PA “immersività vuol dire tecnologia, comunicazione e arte”. E per spiegare l’impatto che questo fenomeno può rappresentare ha preso in prestito il paragone con il cinema: “Al momento dell’esordio del cinema, negli spettatori prevaleva lo stupore e anche la paura nel vivere quell’esperienza nuova”. Per spiegare ulteriormente il paragone ha ricordato quelle immagini molto note di spettatori al cinema che alla vista di un treno in movimento si sono alzati dalle poltrone e sono scappati pensando che il treno stesse entrando davvero nella sala. Dopo un inizio di questo tipo, ha aggiunto Scognamiglio, “poi piano piano sono arrivati i registi, gli autori, gli attori. Da contenitore tecnico è diventato a sua volta contenuto ed è finito per essere un’espressione artistica. Questa è la cosa più affascinante di questa sua storia”.Fonte: AgCult