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Promuovere i musei periferici. Formare il personale al digitale. Coinvolgere il pubblico con una visita più empatica. Sono, nell’ordine, le tre priorità per la ripartenza dei musei dopo l’emergenza sanitaria individuate da un gruppo di oltre 650 operatori culturali italiani consultati per la ricerca «I musei in-visibili». Studio condotto dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali — presieduta da Vincenzo Trione — che verrà presentato a Lucca nel corso di LuBeC 2020, la due giorni dedicata ai beni culturali che si tiene al Real Collegio domani e venerdì.

La ricerca ha individuato una trentina di scenari possibili, estraendoli da 196 articoli e ricerche di politici, operatori culturali e intellettuali apparsi da marzo in Italia ed Europa su giornali e pubblicazioni scientifiche. Sottoponendoli poi a 663 professionisti del settore, fra enti pubblici e musei privati, che hanno indicato i più probabili e, di conseguenza, gli interventi cui dare precedenza. Fra tutti, appunto, la promozione di musei e siti culturali periferici, meno affollati e ritenuti più sicuri, per la quale è opportuno — si legge nella ricerca — creare reti e sistemi fra enti. L’altra priorità è la formazione al digitale di chi opera nei musei, per aggiornare gli allestimenti con esperienze reali e virtuali. E, ancora, sono valutate come fondamentali nuove forme di fruizione dei musei, più coinvolgenti, interattive, con musica o teatro.

Curiosamente, l’accesso a maggiori fondi pubblici è ritenuto meno urgente. La ricerca, secondo Alessandra Vittorini, direttrice della fondazione che l’ha realizzata, è un contributo al «dibattito e all’innovazione nel campo delle politiche culturali, con l’ambizione di rafforzare il nostro ruolo di centro di competenza attivo nello studio dei problemi del settore».

La presentazione di questo studio sarà uno dei momenti della sedicesima edizione di LuBeC, l’evento lucchese che coinvolge istituzioni e professionisti dei beni culturali. «Una rassegna con un taglio sempre molto concreto che offre soluzioni, strumenti, buone pratiche da replicare in politiche e servizi per la collettività», spiega Francesca Velani, direttrice della manifestazione. Il titolo di quest’anno è «Ripartiamo con la cultura, ripartiamo per la cultura». Secondo Gaetano Scognamiglio, presidente della fondazione di ricerca Promo PA che organizza LuBeC, «durante l’emergenza, la cultura ci ha aiutato a non sentirci isolati e dispersi. E ci aiuterà a riprenderci dandoci le basi per capire e superare questo momento».

Due i dibattiti principali a Lucca: uno sulle prospettive per la cultura nel piano europeo per il recupero e nell’Agenda 2030 per la sostenibilità. L’altro sul rapporto fra cultura e benessere dei territori. Otto le aree tematiche, venticinque incontri e workshop. Due i riconoscimenti: il premio LuBeC 2020, assegnato a una personalità che si è distinta nel settore, e il premio per il più amato fra i progetti sostenuti tramite il meccanismo dell’Art bonus del ministero dei Beni culturali.

Fonte: Corriere della Sera